Proposta Radicale 23 2024
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Giudici e legalità

Giudici e legalità

di Mauro Mellini

È oramai un fatto assodato che con il concordato del 1929 il Cav. Benito Mussolini ha concesso alla Chiesa di Pio XI tutto quanto ad essa convenisse chiedere, senza riceverne in cambio che l’appoggio per il regime fascista ed un po’ di lustro quale l’Uomo della Provvidenza del momento. – Ed è un fatto assodato che anche quel poco che allo Stato venne allora concesso, le poche limitazioni ed i pochi obblighi imposti alla Chiesa ed al Clero, ben presto sono divenuti lettera morta, allorché lo Stato è stato rappresentato dal partito del Vaticano. – E se di tutto questo occorresse un’ulteriore riprova, questa è stata data con il referendum sul divorzio.

Nato come un plebiscito sulla pretesa della Repubblica Italiana di sottrarre alla sovranità Vaticana il settore della vita matrimoniale dei suoi cittadini (non si dimentichi che l’accordo per il varo della legge sul referendum fu raggiunto per comporre la crisi divenuta insolvibile per le note vaticane di intimidazione alla Repubblica di sospendere l’approvazione della legge Fortuna), il referendum è stato richiesto con le firme raccolte nella stragrande maggioranza nelle parrocchie (enti costituiti con contributi statali, retti da sacerdoti stipendiati dallo Stato) a seguito di appelli dei vescovi e di continue interferenze della Santa Sede.

L’obbligo per il clero di non far parte di alcun partito (art 43 comma 2· del Concordato), il giuramento dei vescovi di rispettare le leggi costituzionali dello stato, sono stati, fin dal primo momento, clamorosamente e costantemente violati.

Ma le violazioni sono diventate ancor più massicce con la campagna per la votazione. Mentre la radio e la televisione italiane sono adoperate dal partito clericale come cosa propria ed un’assurda regolamentazione della propaganda esclude faziosamente persino la LID, la radio Vaticana, installata con i suoi impianti in territorio italiano conduce una campagna forsennata per l’abrogazione, propalando dichiarazioni dei vescovi che rappresentano altrettanti reati secondo la legge elettorale, in quanto dirette a vincolare il voto dei fedeli attraverso l’abuso delle funzioni di ministri del culto. Le chiese sono diventate centrali di propaganda, con i manifesti per il SI’ affissi alle loro porte. – Gli istituti di assistenza, le scuole, gli ospizi controllati dall’autorità ecclesiastica, sono diventati altrettanti strumenti di condizionamento del voto. E sono enti i cui privilegi sono garantiti dalle norme concordatarie.

A questo punto è lecito domandarsi se esiste più uno stato italiano capace di far valere il rispetto di una qualsiasi norma concordataria. La Santa Sede non ha esitato a tempestare il nostro ministro degli Esteri di note diplomatiche per far valere la sua interpretazione oltranzista del Concordato, rendendole di pubblica ragione durante una crisi di governo per provocare un’acutizzazione della situazione politica del nostro paese. – La Repubblica Italiana, di fronte ad una offensiva su tutta la linea dell’apparato di potere clericale in violazione non solo del Concordato, ma di precise norme penali, tace.

Ma a questo punto non basta più parlare di inerzia della Repubblica. – Precise e gravi sono le responsabilità di chi la rappresenta, e non soltanto del Governo, ma della Suprema Magistratura che, custode della Costituzione, non può rimanere in disparte di fronte alla violazione di ogni regola democratica effettuata con l’aiuto di un altro ente sovrano e nell’interesse di questo.

Giovanni Gronchi, nel 1958, non mancò di ricevere Reale e Pannunzio che per il partito repubblicano e il partito radicale denunziavano gli abusi del clero in quella campagna elettorale.

Non era in gioco allora un voto sulla sovranità della Repubblica e gli abusi erano, malgrado Pio XII, certamente meno sfacciati. Oggi Giovanni Leone non ha degnato di una risposta la richiesta del partito radicale e della LID perché sia ricevuta una delegazione. – Questo malgrado il digiuno di molti militanti radicali, le manifestazioni, i telegrammi di sollecito.

La teoria e, soprattutto, la pratica della sovranità limitata, ha fatto dunque progressi, ed il Concordato è diventato oramai un grottesco paravento a senso unico delle più sgangherate ed imprudenti prevaricazioni clericali, un umiliante patto di vassallaggio, che oramai comporta, quale volontario omaggio al sovrano feudale, anche una servizievole e puntuale soppressione di ogni voce che pretenderebbe ricordare che anche il sovrano ha qualche obbligo.

(16 maggio 1974)

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